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Le conoscenze astronomiche dei Dogon

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I Dogon sono una tribù indigena che occupano da migliaia di anni una regione del Mali, a sud del deserto sahariano. La tribù è composta da circa 100.000 membri. La tribù è molto solitaria e vive in caverne alle pendici di una collina, oppure sparsi su un altopiano roccioso facente parte dei Monti Homburi, vicino Timbuktu, nel sud-ovest del Mali. Per secoli i Dogon sono stati geograficamente e culturalmente isolati. L'impressione che se ne ricava è che ben difficilmente questa tribù possa detenere conoscenze avanzate in campo astronomico. Ma questo pregiudizio dimostra che spesso ci facciamo trarre in inganno dall'apparenza esteriore.

Si crede che i Dogon discendano dagli antichi egizi. Dopo aver vissuto in Libia per qualche tempo, essi si stabilirono in Mali intorno al 3.200 a.C., portando il loro patrimonio di leggende astronomiche.

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I primi scienziati occidentali che visitarono e studiarono i Dogon furono gli antropologi francesi Marcel Griaule e Germaine Dieterlen, che presero inizialmente contatto con la tribù nel 1931 e continuarono a studiarli per i succesivi 30 anni. Il periodo di studio più intenso e fruttifero fu quello dal 1946 al 1950. Durante questi lavori, gli antropologi documentarono la mitologia tradizionale e le sacre credenze dei Dogon, che comprendono straordinarie conoscenze antiche riguardanti Sirio, la brillante e lontana stella della Costellazione del Cane.

I loro sacerdoti raccontano di una segreta leggenda Dogon riguardante proprio la stella Sirio (distante 8,6 anni luce dalla Terra). Essi dicono che Sirio ha una compagna e questa è invisibile all'occhio dell'uomo. Essi affermano che questa stella più piccola ruota con un'orbita ellittica attorno a Sirio, impiegando 50 anni a compiere un giro completo; e, pur essendo piccola, è incredibilmente pesante, e ruota sul proprio asse.

Con un'incredibile sforzo di fantasia, i moderni astronomi chiamano Sirio "Sirio-A" e la stella più piccola "Sirio-B". Sirio-B è stata avvistata per la prima volta con un telescopio nel 1862 e non fu fotografata fino al 1970.Per i Dogon, Sirio-B si chiama "Po Tolo", espressione formata dalla parola "stella" (tolo) e da "po", il nome del più piccolo seme da loro conosciuto. Con questo nome essi vogliono significare che Sirio-B è la stella più piccola. Essi dicono infatti che Po Tolo è "la cosa più piccola che esiste" e, aggiungono, che è bianca ed "è la stella più pesante". 

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Secondo i Dogon, Po Tolo è composta di un metallo misterioso e super-denso, chiamato "sagala" che "è più pesante di tutto il ferro contenuto nella Terra".

Solo nel 1926 gli scienziati scoprirono che la piccola Sirio-B è una nana bianca, una categoria di stelle caratterizzate da un'altissima densità. Nel caso di Sirio-B, gli astronomi hanno stimato che un singolo metro cubo di questa stella possa pesare circa 20.000 tonnellate. Molti manufatti dei Dogon descrivono il sistema di Sirio, inclusa una statua esaminata da Dieterlen, vecchia di almeno 400 anni.

Anno dopo anno ci sono giunte dagli astronomi le conferme che le antiche leggende dei Dogon sono scientificamente corrette: infatti è stato verificato che Sirio-B possiede un'orbita ellittica, con Sirio-A posto in uno dei due fuochi dell'ellisse; che il periodo orbitale è di circa 50 anni (esattamente 50,04 +/- 0,09 anni), e che la stella ruota sul proprio asse.

I Dogon descrivono anche una terza stella nel sistema di Sirio, chiamata "Emme Ya" ("sorgo femmina"). Nell'orbita di questa stella, essi dicono, c'è un singolo pianeta. Sino ad oggi, Emme Ya non è stata ancora identificata dagli astronomi.

In aggiunta alle loro cognizioni su Sirio, la mitologia dei Dogon ci racconta degli anelli di Saturno e delle quattro principali lune di Giove. Essi usano quattro calendari, aventi come riferimento il Sole, la Luna, Sirio e Venere e da tempo immemorabile sanno che questi pianeti ruotano attorno al Sole.

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I Dogon ci dicono che le loro conoscenze astronomiche gli sono state trasmesse dai "Nommo", esseri anfibi inviati sulla Terra da Sirio per il bene dell'umanità. I Nommo sono anche chiamati i Padri dell'Acqua, i Guardiani e i Maestri. Secondo la leggenda Dogon, i Nommo, esseri enormi e spaventosi, arrivarono a bordo di una navicella, tra fuoco e tuoni. Dopo il loro arrivo, costruirono un bacino colmo d'acqua dove si immersero. Esistono molti riferimenti nella tradizione orale, nei graffiti e nelle tavolette cuneiformi dei Dogon, che descrivono questi esseri simili all'uomo ma con le squame al posto della pelle nella parte bassa del corpo. Dunque i Nommo erano simili a pesci e vivevano nell'acqua. Essi vengono descritti come salvatori e guardiani spirituali: "Il Nommo suddivise il suo corpo fra gli uomini affinchè se ne cibassero, per questa ragione è detto che "l'universo è ebbro del suo corpo", e fece bere l'uomo. E donò tutti i suoi principi vitali agli esseri umani". 

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Inoltre "il Nommo fu crocifisso e resuscitò e in futuro visiterà nuovamente la Terra, questa volta in forma umana. Successivamente egli assumerà la forma anfibia e guiderà il mondo dalle acque".

La mitologia Dogon è conosciuta solo da alcuni loro sacerdoti ed è parte di un complesso sistema di conoscenze. Secondo i Dogon, questi segreti, attentamente protetti, non andrebbero facilmente divulgati agli stranieri, anche se amici.

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In effetti se la stella Emme Ya fosse effettivamente scoperta nel sistema di Sirio, fornirebbe un supporto notevolissimo alla tradizione dei Dogon.

Sembra che i Nommo potrebebro vivere sulla terra, ma sarebbero più inclini a dimorare nell'acqua, essendo in parte simili a pesci (probabilmente una via di mezzo tra le sirene e i tritoni). Esistono testimonianze di creature simili anche in altre antiche civiltà: Oannes di Babilonia, Ea di Accadia, Enki dei Sumeri e la dea Iside degli Egizi. Secondo i Dogon è proprio dai Nommo che provengono le loro conoscenze astronomiche.

Cronologicamente, le prime entità anfibie sarebbero riconducibili agli uomini-pesci dell'antica Babilonia. Sarebbero coloro che i babilonesi chiamavano "Annedoti", che può essere tradotto come "repulsivo", ma nonostante le loro sembianze poco attraenti, pare che essi abbiano influenzato a sufficienza la civiltà babilonese, che accettò i loro insegnamenti e da essi acquisì i principi fondamentali della civilizzazione. Il membro più venerabile degli Aneddoti era Oannes, rappresentato negli antichi graffiti babilonesi come un complesso e singolare ibrido di uomo e pesce, con un viso barbuto al di sotto di una testa di pesce e con un corpo di pesce, ma con una schiena umana.

Secondo le leggende babilonesi, questa divinità acquatica veniva sulla terra di giorno per diffondere i propri insegnamenti, mentre di notte si immergeva nelle acque del Golfo Persico, dove viveva, in una dimora subacquea chiamata Apsu. E' Oannes il Nommo a cui fanno riferimento i Dogon?

Una figura equivalente ad Oannes è citata dalla religione dei Filistei, i quali risiedevano nell'area dell'attuale Israele. Questa divinità con il corpo di uomo e l'estremità di pesce era chiamata Dagon. Se ci spostiamo più ad est, nel basso Egitto, la località di Pharos era considerata la dimora del Padre del Mare, una divinità anfibia conosciuta come Proteus, figlio degli Oceani e considerato un oracolo dagli antichi Greci. Curiosamente, la leggenda evidenzia il fatto che Proteus cercava riparo in una caverna per evitare il calore di Sirio.

Robert Temple nel suo libro Il Mistero di Sirio, cita appunto i Dogon, descrivendoli come una tribù di 100.000 uomini, insediatisi nell'Africa occidentale. Una delle prove principali portate da Temple riguarda la conoscenza dei Dogon circa la stella Sirio e la sua compagna Sirio B. Come abbiamo detto, essi sanno che Sirio B orbita attorno a Sirio in una rivoluzione di 50 anni. Temple inoltre evidenzia che questa leggenda è parte di un corpus di conoscenze astronomiche che includono la rappresentazione eliocentica del nostro sistema solare, le orbite ellittiche dei pianeti, i satelliti di Giove e gli anelli di Saturno. Da dove provengono queste conoscenze vecchie di migliaia di anni, si chiede Temple, se non da visitatori extraterrestri?  Il mistero continua.

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NOTA: L'amico Alessandro ci segnala alcune osservazioni critiche sulla storia dei Dogon:
http://xilab.interfree.it/dogon.htm

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