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FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E SCIENTIFICHE
Milano

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Liberare le energie
Invertire la rotta verso il futuro

di Gaetano Di Marco

Da quanto tempo non ci prendiamo qualche minuto per riflettere, per capire in che mondo viviamo?
L'abbiamo mai fatto? Forse ci sentiamo accerchiati dalla vita quotidiana, costretti ad impiegare gran parte del tempo per occuparsi del lavoro, della sicurezza e delle necessità nostre e dei nostri familiari.
Scoprirsi cittadini di un mondo in pieno squilibrio a causa dei profondi cambiamenti avvenuti ed ancora in atto a livello planetario. Ripensare alle motivazioni che ci fanno accettare la vita.
Cercare di capire quanto sta avvenendo utilizzando la forza semplice e forte di chi può dedicare poco tempo per capire e quindi ha bisogno di toccare il punto di partenza del vortice degli eventi che avvolge tutti in modo caotico ogni giorno. Leggere ogni tanto qualche giornale perchè bisogna sapere come va il mondo. Quanti giornali in edicola; ognuno dice la sua. Tante verità, nessuna verità.
Non tutti la pensano allo stesso modo. Solitamente stiamo lontani da chi urla di avere la verità in tasca e la vorrebbe imporre a tutti. Sono quelli che sono sempre pronti a spingere alla violenza e poi tirarsi indietro.
Ma ci sono anche coloro che pongono le loro idee in modo delicato, senza voler imporre nulla. E' fra queste persone di differenti posizioni, e senza verità in tasca, che bisognerà pur trovare un pensiero, una riflessione che sia comune a tutti.
Perchè dobbiamo utilizzare moltissimo del nostro tempo per lavorare. Perchè abbiamo così poco tempo per discutere, come vorremmo, sull'organizzazione della società e siamo costretti, invece, a delegare altri, che non sempre si rivelano le persone giuste. Perchè la responsabilità nei confronti dei nostri figli ci impedisce di agire come vorremmo e allora accettiamo di subire le ingiustizie; perchè così facendo pensiamo di cautelare coloro che ci sono cari. Perchè la parola sicurezza ha un grande spazio nelle profonde motivazioni che ci fanno affrontare la vita e perchè l'esigenza di sicurezza diventa il mezzo principale, attraverso il quale i detentori del potere reale ci impediscono di reagire quando giungiamo al colmo della sopportazione.
Ecco, queste sono le domande-chiave che dovremmo porci, se già non ce le poniamo, e a cui dovremmo cercare di rispondere senza nasconderci nulla.
Viviamo in una repubblica nata sulle rovine di una guerra perduta. Una guerra in cui la materia prima, quella usa e getta, era formata da esseri umani. Una guerra in cui armi moderne e micidiali sono state usate contro popolazioni inermi. Nulla di nuovo rispetto al passato recente e lontano: il popolo come carne da macello. Perchè un cittadino-soldato di un paese dovrebbe entrare nella terra e nella casa del cittadino-soldato di un altro paese e cercare di ucciderlo? Che senso ha essere messi a forza nella necessità-dilemma di uccidere o di essere uccisi?
Avere l'impressione sottile di essere usati, sfruttati, mantenuti nell'ignoranza da un gruppo di uomini che fondano il loro potere parassitario sul non uso del potere attivo da parte di milioni di esseri umani.
Viene da lontano questo sfruttamento di pochi uomini su molti uomini. Viene da lontano l'idea falsa che la vita personale si protegge mettendo in discussione la vita altrui.
Quanti sono gli uomini pacifici di questo pianeta, chi sono coloro che vorrebbero vivere in un mondo diverso da questo; un mondo dove le parole-idee Tolleranza, Aiuto, Conoscenza, Libertà siano a vero fondamento della società.
Queste persone dovrebbero prendere consapevolezza di sé stesse e decidere finalmente di incontrarsi. Per costruire insieme una società sulle basi di una civiltà i cui valori siano fondati sulla conoscenza, sulla corresponsabilità, sulla disponibilità a capire le ragioni degli altri, sul rifiuto dello sfruttamento parassitario di altri esseri umani, comunque camuffato.
Forse all'improvviso, in pieno cammino, si renderebbero conto che stanno cercando di ricostruire ciò che già esisteva e che è andato perduto.
I pacifici dovrebbero saper riconoscere sé stessi, dovrebbero cercare di unirsi fra di loro; insieme dovrebbero cercare di riprendere in mano le sorti di questo pianeta.
Solo l'unione dei pacifici metterà in seria difficoltà i fomentatori di divisioni, gli sfruttatori ed i parassiti; solo la notizia di questa unione diverrà un masso pesantissimo pronto a rotolare sulle prigioni di ferro e della mente, di cui i violenti ed i parassiti hanno riempito il mondo.
Per un solo ladro non individuato in una piccola comunità, tutti mettono il chiavistello alla porta. Il giorno del chiavistello è un giorno di sconfitta per la comunità che, pur avendo il suo cuore aperto verso coloro che sono bisognosi, non ha avuto il coraggio di liberarsi di un parassita. In una comunità dove ognuno ha un compito preciso e creativo, non riescono a vivere i parassiti e non si sente il bisogno dei chiavistelli alle porte.
Occorre allora orientare il pensiero nel modo giusto e unirsi con coloro che lo orientano nel modo giusto.
Un'eco che giunge da tempi lontani parla di un'antica terra pacifica e piena di armonia; i violenti non l'avevano ancora occupata. Ci si potrebbe non credere; ma anche se qualcuno non volesse crederci per il passato, varrebbe la pena che lavorasse perchè fosse vero per il futuro.
Orientarci dalla parte opposta rispetto alla via senza uscita in cui ci ha costretto una civiltà costruita dai nemici dell'umanità.
Fare cose concrete, discutere su idee forti. Questo dobbiamo fare.
Riconosciamoci. Discutiamo, anche in modo animato, senza perdere di vista il bene comune di cui ognuno è cardine della porta che deve essere aperta.
Allora qualcuno deve cominciare a dire, a fare proposte, ad indicare alcuni atti fondamentali che dovrebbero essere compiuti. Un punto di partenza che servirà a dare il segnale che si può agire; che è tempo di farlo; che è tempo che i pacifici non siano più schiavi dei violenti; che è tempo che chi è portatore di intelligenza e difensore dell'umanità esca dal guscio, tenuto fino ad ora isolato dagli altri gusci, e si riconosca parte di un popolo disperso sulla terra; privato del controllo su di essa e destinato a tornarne in possesso.
Se ti riconosci come pacifico portatore dei valori dell'umanità, uomo o donna che tu sia, assumi il coraggio di cominciare ad agire fuori dai soliti schemi.
Perchè solo uomini e donne consapevolmente liberi possono costruire il futuro mondo nell'armonia e nella libertà.

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