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FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E SCIENTIFICHE
Milano

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Tecnologia e Genetica
Le matrici della creazione

di Akenathon

"Siamo in viaggio verso la città, abbiamo ottenuto il permesso di atterraggio, siamo su un veicolo che vola con un motore antigravitazionale lungo un percorso prestabilito, un corridoio aereo, nel quale il grande traffico è controllato da una unità centrale che segue in tempo reale qualunque veicolo venga autorizzato ad immettervisi. Il controllo centralizzato serve ad impedire eventuali collisioni fra il gran numero di navette che escono ed entrano dall'aeroporto. Inoltre il veicolo è identificato in automatico con il suo pilota e sia l'uno che l'altro possono essere segnalati dall'unità centrale planetaria in qualunque punto del pianeta si trovino. Anche questa procedura è motivata dalla necessità di proteggere la sicurezza delle persone trasportate che ricevono pronto aiuto ovunque si trovino nel globo.
Da alcuni anni l'autorità centrale planetaria, che è costituita da un sistema di cervelli umani sintetizzati e specializzati in tutte le discipline del sapere interconnessi fra loro e con tutta la rete informatica mondiale, sta cercando di convincere larghe fasce della popolazione ad accettare, per ora in fase sperimentale, l'immissione di microcircuiti biologici nella rete neuronale del loro apparato cerebrale per una migliore garanzia della loro difesa personale e per un pronto intervento in caso di crisi vitale; e soprattutto per ottenere il permesso di movimento globale sul pianeta senza più visti e controlli burocratici. Basta connettersi mentalmente con l'unità cerebrale centrale indicando il luogo in cui ci si vuole recare e con quale mezzo e con chi.
Sembra che almeno cinquecento milioni di persone in tutto il mondo abbiano accettato di partecipare a questo programma sperimentale a cui l'autorità centrale dà una importanza fondamentale per l'immissione di nuovi e molto più sofisticati livelli tecnologici nelle varie aree del sapere della società terrestre.
I soliti maligni dicono che è in discussione la libertà degli individui più di quanto mai sia accaduto nel passato conosciuto e che si sta raggiungendo il vero obiettivo millenario dei veri detentori del potere nel pianeta e cioè il controllo globale anche delle coscienze oltre ogni immaginazione."

Queste righe potrebbero essere il promettente inizio di un bel libro di fantascienza. Noi le utilizzeremo come punto di riferimento per parlare di tecnologia e delle sue relazioni con la genetica.
La razza umana vive su questo globo biomagnetico del sistema solare da un tempo non ancora calcolato con certezza.
La misura del grado di civiltà di una razza umana è ordinariamente riferita alla sua capacità di conoscenza sempre più approfondita della realtà fisica che la circonda unitamente all'utilizzo sempre più sofisticato delle conoscenze scientifiche acquisite per mezzo della tecnica.
Più le conoscenze scientifiche e le conseguenti applicazioni tecnologiche sono sofisticate più la civiltà che le esprime è considerata evoluta; viene così di fatto affermata una equivalenza fra l'evoluzione di una razza umana e la sua capacità di applicazioni tecnologiche sofisticate nell'ambiente in cui vive.

E' dimostrato e dimostrabile che la vita organica tende a modificarsi con il modificarsi dei comportamenti e dell'ambiente che la circonda.
Le prime sperimentazioni di un organismo umano in ambiente spaziale esterno lontano dalla gravità terrestre dimostrano che l'organismo umano tende a modificare la sua struttura divenendo progressivamente inadatto alla vita sul globo biomagnetico di provenienza.
Abbiamo visto scene di astronauti trasportati e braccia al ritorno da un lungo periodo trascorso nello spazio esterno.
È acquisito dalla scienza medica che la tendenza alla sedentarietà (in molti lavorano e si spostano stando seduti) è motivo di involuzione funzionale e strutturale dell'organismo che vive in un mondo tecnologicamente evoluto. Per mantenere l'organismo in efficienza si è costretti ad attività sportive che sopperiscano alla mancanza di moto. Anche perché si tiene all'aspetto fisico i cui criteri di bellezza sono precedenti al balzo tecnologico dell'era attuale.

Oltre al comportamento anche la psiche ha il suo peso nelle trasformazioni strutturali dell'organismo, basterebbe fare riferimento a tutta la casistica medica delle malattie psicosomatiche.
Il nostro corpo è soggetto all'usura e alle malattie. Noi ci curiamo con quello che mette a disposizione la farmacologia ufficiale o con i sistemi della medicina non ufficiale legata a metodologie antiche.
Il motivo per il quale la scienza farmacologica ufficiale viene considerata più efficace di quella antica è affidato al fatto che la vita media delle popolazioni curate con i sistemi moderni tende ad allungarsi. Per cui noi, rispetto alla vita media di un uomo tribale, viviamo almeno tre volte tanto. E questo viene ordinariamente considerato un indizio di progresso della nostra scienza medica e di superiorità rispetto alla medicina sciamanica tribale oltre che ad una nostra superiore evoluzione rispetto all'evoluzione tribale considerata appunto inferiore. Gli studiosi di etnologia ci propongono esempi di gruppi tribali isolati che vivono nudi perfettamente integrati in un ambiente, che noi considereremmo ostile, dal quale traggono il loro sostentamento utilizzando al minimo le loro conoscenze della natura (il fuoco, i tamburi, l'arco e le frecce, i veleni che rendono le frecce mortali, il rito della caccia, la conoscenza delle erbe e della loro interazione con l'organismo, la trasmissione di messaggi psichici a distanza, la cura della salute con mezzi sciamanici, le memorie ancestrali sulla nascita della Terra, del sole, delle stelle). È una condizione vitale che potrebbe richiamare quella degli astronauti, rinchiusi in involucri ad animazione sospesa per lunghi viaggi spaziali ipotizzata dalla fantascienza; con la sola differenza che l'astronave è la Terra e che gli astronauti in attesa di superare un ambiente ostile sono proprio quelli che noi identifichiamo come selvaggi.

Il nostro organismo è un apparato chiuso che vede, sente ed interagisce solo con quanto è funzionale alla propria sopravvivenza. Noi in un ambiente multivibratorio vediamo, sentiamo ed interagiamo solo per una piccolissima gamma delle emissioni vibratorie della materia. Prima e dopo le nostre possibilità percettive poniamo un prefisso che chiamiamo o "infra" o "ultra" (infrarosso, infrasuono, ultrasuono, ultravioletto...). Le nostre percezioni sono solo strumenti di difesa. Conosciamo una minima parte della realtà e per giunta quella realtà che percepiamo non può essere considerata oggettiva perché tutto viene misurato rispetto alla soggettività percettiva di ciascuno dei nostri organismi che non sempre funzionano allo stesso modo. E come se fossimo chiusi in un contenitore simile ad un sommergibile e tutta la realtà fosse percepibile dall'interno senza nessuna possibilità di uscire all'esterno.
Se noi potessimo vedere oltre la nostra percezione vibratoria coesisteremmo con altre dimensioni e potremmo interagire con esse; mentre è probabile che accada il contrario: altre realtà biologiche dimensionali possono interagire con la nostra realtà a causa della loro capacità biologica di percezione ed interazione multivibratoria (ovvero multidimensionale). Non solo: tutte queste infinite diramazioni vitali si diversificano e creano altri mondi sia nella progressione impansiva verso l'infinitamente piccolo, sia in quella espansiva verso l'infinitamente grande, e lo spazio e il tempo partecipano armonicamente ad ambedue i versi di una unica direzione vitale.

Il guaio è che tutta la nostra ricerca, senza eccezioni si riduce a sempre più particolareggiate applicazioni tecnologiche o biotecnologiche e non viene neanche intuita la possibilità che la soluzione sia all'origine. Quindi non viene data importanza al risveglio delle originarie capacità dell'organismo biologico che occupiamo senza dover utilizzare protesi di sorta.
Sono infatti documentati e documentabili i riflessi delle moderne applicazioni tecnologiche sul recupero della vista, dell'udito, della deambulazione, della prensibilità, della tattilità, del funzionamento del cuore su organismi umani colpiti da mutilazioni a seguito di incidenti, di guerre, di malattie. Stephen Hawking, lo studioso di fisica, è la dimostrazione vivente di un organismo reso incapace di fondamentali attività umane dal morbo di Gehrig, un tipo di sclerosi che lo costringe alla sedia a rotelle e all'utilizzo di un sistema computerizzato per parlare e scrivere.
Molti centri di ricerca a livello mondiale sono impegnati nella robotica che ha come obiettivo il ricostruire ogni singola parte dell'organismo umano, cervello compreso.
Gli studi genetici dei centri biologici di tutto il mondo si stanno orientando verso la clonazione umana, ed anzi non è detto che qualche centro di ricerca non vi sia già pervenuto.
Sono in atto sperimentazioni di interconnessione fra organi umani e apparecchiature elettronico-informatiche, praticamente protesi che assolvono in tutto o in parte funzioni dell'organismo (braccia, gambe, udito, cuore) ovvero di materiali che copiano parti organiche quali ad esempio la pelle e persino il sangue. Il prossimo futuro fa intravedere un essere interamente bionico. Non siamo lontani dal tempo nel quale un cervello potrà essere trasferito dal suo organismo originario ad uno interamente robotizzato.
Nel frattempo il biologico perderà terreno a favore del bionico e l'immortalità sarà dietro l'angolo.
Noi ci spostiamo a piedi (camminando o correndo), usando la forza delle gambe indossiamo pattini a rotelle o un paio di sci o inforchiamo una bicicletta; oppure se vogliamo spostarci senza dover camminare o correre o utilizzare la forza di spinta delle nostre gambe, in groppa ad un cavallo o su carri o slitte trainati da animali; oppure utilizzando automobili o moto o treni. Noi nuotiamo oppure utilizziamo zattere, barche, navi, motoscafi. Noi non possiamo vivere nell'acqua come i pesci; ma per viaggiare nelle profondità marine o dei laghi usiamo i sommergibili. Noi non voliamo come gli uccelli; ma per volare usiamo mongolfiere, dirigibili, aerei di varia tipologia. Noi non possiamo vivere nello spazio extraterrestre; ma alcuni di noi, gli astronauti, utilizzano per spostarsi nello spazio extraterrestre sistemi di propulsione a razzo e vivono in navicelle spaziali.
Noi usiamo tecniche per trarre energia dall'ambiente che ci circonda: il fuoco dalla legna, dal carbone, dal gas, dal petrolio, dall'olio; l'elettricità con opportune apparecchiature dal movimento dell'acqua, dal vento, dal calore e dalla luce del sole, dall'energia atomica.
Noi usiamo i diversi tipi di energia per far funzionare i mezzi con i quali ci muoviamo e le apparecchiature che ci aiutano nella nostra vita quotidiana.
Tutta la tecnologia energetica attualmente utilizzata nella nostra civiltà ha un elemento in comune: il fatto che è una energia monopolizzata e controllata da poche persone. Se l'uso dell'energia fosse libero e svincolato dalla necessità di approvvigionamento da stazioni di erogazione e di controllo, ogni singolo individuo potrebbe vivere e muoversi liberamente.
Ma per impedire questa possibilità di libertà si userebbero tutti i mezzi possibili, fino ai più brutali.
E' notorio che le più sofisticate tecnologie sono sotto il controllo dei militari in ciascuno degli stati disseminati nei vari continenti. Le tecnologie utilizzate dai "civili" sono solo una piccolissima parte di quelle sperimentate dai laboratori militari in competizione fra loro. La caratteristica comune di queste tecnologie è quella di essere utilizzate per la distruzione e quindi per le guerre.
La tecnologia sofisticata è appannaggio dei militari. Non è una affermazione priva di fondamento come non lo è quella che constata che lo sviluppo tecnologico civile è determinato da quelle ricadute tecnologiche che possono essere utilizzate senza mettere in discussione, anzi rafforzando, le due colonne su cui trova fondamento la nostra società:

  • il controllo di pochi su tutti con tutti i mezzi
  • il guadagno con tutto e su tutti con tutti i mezzi

Nessuna potenza militare permetterà mai che una scoperta tecnologica che possa determinare una predominanza in un eventuale conflitto possa essere utilizzata per migliorare la vita dei "civili". Fra la genia di questa razza si uccide per molto meno.
In modo particolare i cosiddetti servizi segreti hanno lo scopo di occultare tecnologie funzionali all'egemonia militare e a garantire il controllo dei pochi su tutti.
La Terra è la sede delle matrici di tutte le entità biologiche viventi in tutto il cosmo.
In questo luogo la cui distruzione sarebbe la causa della sterilizzazione della vita del cosmo, si è concretizzata, da milioni di anni, l'aberrante assurda costituzione di società a controllo piramidale, oggi chiamate stati, ai cui vertici si trovano costantemente congreghe di esseri involuti in possesso di tutta la tecnologia volta per volta disponibile.
Poiché la libertà di ogni singolo individuo è il tassello che costruisce con il suo moltiplicarsi la libertà di tutti ed è l'antitesi del centralismo che ha alla sua base il controllo su tutto e su tutti, lo scopo mortifero di queste strutture di potere è quello di impedire con ogni mezzo, (giustificandolo con la "necessità di protezione" e la "garanzia di sicurezza"), l'emancipazione di ogni singolo individuo di questa razza umana; di asservire ad ogni singola ragion di stato tutti i popoli della Terra per mezzo di leggi antievolutive sostenute dalla violenza delle armi e dal monopolio della forza.
È facile prendere il controllo di società così impostate: basta prendere il posto dei capi; se poi il governo è mondiale è solo meno faticoso.
Nei laboratori biologici di tutto il mondo si è preso atto del fatto che la vita media delle singole cellule che sono alla base del nostro organismo vivente è di molto inferiore alla vita dell'intero organismo e che, da quando nasce, l'uomo si modifica a tal punto che le sue cellule non sono più quelle della sua nascita (salvo quelle portatrici della specie). Se l'organismo stesso non avesse nel suo programma una procedura di autoclonazione cellulare noi moriremmo appena dopo essere nati. La morte che l'organismo cerca di evitare si comincia a profilare per caduta inerziale dal momento in cui l'autoclonazione ripetuta comincia a perdersi i pezzi come una fotocopia di un originale che a sua volta è fotocopiata e così di seguito per decine di volte fino a quando molte parti dei documento originario si perdono e l'ultima fotocopia non ha che una vaga somiglianza con l'originale di partenza.
Praticamente il corpo umano appare come il risultato di un programma genetico innaturalmente naturale esattamente come innaturalmente naturale appare la pretesa che l'uomo si stia evolvendo in uno spazio temporale equivalente a diecimila anni; il che è come dire che ci stiamo evolvendo nel millimetro finale di una linea lunga 460 metri a sua volta equivalente alla vita della Terra che è calcolata in 4.600.000.000 anni.

  • La schiavizzazione di fatto del genere umano, costretto a dipendere da mezzi esterni ed estranei alle sue potenzialità biogenetiche, fra i quali oggi si concretizza il passaggio obbligato di ogni atto vitale nell'imbuto del denaro;
  • Il generale misconoscimento della potenzialità evolutiva della pratica della condivisione di vitalità e di umanità (spesso minimizzata nel termine solidarietà), non solo fra esseri della stessa matrice vitale ma fra tutti gli esseri viventi;
  • La tendenza al furto, alla violenza, al comportamento parassitario di una maggioranza schiacciante degli individui che si danno il cambio su questa povera martoriata Terra;

sono gli indicatori di un pericoloso processo involutivo in un luogo come la Terra, cellula in piena evoluzione del grande sferoide universale.

È come se l'originario popolo, che doveva percorrere assieme alla Terra, completa di tutte le sue unità biologiche, lo stesso progetto evolutivo, sia stato ridotto agli attuali minimi termini vitali attraverso la modificazione dell'ambiente terrestre originario, derubato sistematicamente della sua spinta evolutiva, utilizzata da un gran numero di parassiti per frenare in modo artificioso la loro involuzione.
La sofferenza cosmica provocata dall'ingiustizia di questa convivenza ha già raggiunto l'estremo futuro e dall'estremo futuro agisce la forza in grado di ricostruire le parti mancanti del programma genetico umano, distrutto o modificato per errore o per malvagità, e ricollegherà il perfetto essere originario al suo ambiente originario.
Proviamo ad immaginarlo questo essere perfetto partendo da quanto fino ad ora affermato. Potremmo ipotizzare in un lontano periodo temporale un essere biologicamente perfetto le cui basi atomiche e cellulari sono il fondamento di una capacità di adattamento immediato a diverse realtà ambientali: dall'etere cosmico al nucleo di una stella ad un qualunque globo di un sistema stellare. Un essere che essendo vita pura può spostarsi in qualunque spazio tempo o in una qualunque dimensione spazio temporale semplicemente adattando i propri principi vitali alle condizioni ambientali del luogo in cui si è spostato. Un essere dotato di percezioni monovibratorie e multivibratorie fino a raggiungere la percezione del caos apparente che è l'insieme di tutti i livelli vibratori vitali, ciascuno interagente con ciascuno degli altri e con l'insieme di essi che permea la vita di ogni universo.
Non che oggi sia impossibile trovare i segnali di questa antichissima perfezione originaria, basterebbe cercare di capire in quali condizioni il corpo umano inizia a levitare e rimane sospeso a mezz'aria, in quali condizioni si determina la bilocazione, in quali condizioni, senza nessun intervento tecnologico, si produce lo sdoppiamento di coscienza e in quali la visione a distanza, in quali la guarigione istantanea da ferite, in quali le donne partoriscono un figlio senza l'intervento dell'uomo o del suo seme (partenogenesi umana), in quali lo spostamento degli oggetti a distanza, (documentarsi su storie di santi, uomini e donne, di molte culture religiose, può essere illuminante al proposito).
Queste ricerche fuori dai canali ufficiali sono compiute da laboratori militari con lo scopo di utilizzarle ai fini di potere e di controllo, e limitandole a pochi individui per impedire che si sviluppino le condizioni di un risveglio generalizzato di queste capacità negli organismi di cui la Terra è matrice originaria.
La vita contiene qualunque altro contenitore, che sia un sistema solare, una galassia, un universo o il cosmo intero; la vita è la Grande Madre degli antichi.
Ogni universo è creato, anzi programmato, da una entità cosmica che ha come fine o un semplice gioco o lo sviluppo evolutivo della realtà visibile fusa con la realtà invisibile (o potremmo dire fra spirito e materia).
La vita è eterna perché si espande e si impande contemporaneamente e alternativamente fra il visibile e l'invisibile.
L'antico sistema numerico novenale teneva conto dell'invisibile; infatti le cinque direzioni cosmiche producevano nove colonne numeriche e non dieci perché tre direzioni sono spaziali, una è temporale e una è vitale. Le tre direzioni spaziali costruiscono sei colonne numeriche, una per ogni verso spaziale, quella temporale costruisce due colonne numeriche, una verso il futuro e una verso l'origine, quella vitale produce una sola colonna numerica perché quando la vita è in espansione quella in impansione è nell'invisibile, e viceversa, quando la vita si impande, quella in espansione è nell'invisibile.
In tutto dieci versi cosmici: i famosi Sephirot della cabala (KBL) che è come dire entrare nel contenitore di tutte le misure: ovvero imparare a conoscere i modi per misurare tutto ciò che esiste. Insomma è come avere un buon libro di matematica: ma quella vera, funzionale e semplice.
L'invisibile non è misurabile ma è misurabile la percezione che il visibile ha dell'invisibile.
La vita è il cuore che pulsa in sistole e diastole senza fine. Perché la vita va e viene e su questa frase è costruita l'alleanza, così dice l'antico libro di Abramo.
La Terra è soggetta a mutamenti anche improvvisi, ecco il motivo dalla particolare genetica adattativa degli antichissimi abitanti della Terra, eppure non ne abbiamo memoria (oppure qualcuno la cancella accuratamente!).
Non solo la Terra è soggetta a mutazioni anche di tipo vibrazionale ma anche la stella che noi chiamiamo sole, esattamente come tutte le altre stelle, è soggetta a mutazioni. Anche le galassie modificano il loro aspetto esattamente come gli universi modificano anche le leggi fisiche che sono a fondamento della loro esistenza.
La vita ogni volta si riorganizza dentro questi innumerevoli e mutevoli contenitori.
Scegliere la strada dell'involuzione vitale vuol dire fissare la propria vita biologica all'ambiente senza volerne accettare la mutevolezza (e senza accettare la conseguente mutazione della vita biologica) rifiutando lo stretto legame della vita con le innumerevoli modificazioni cui la materia stessa è sottoposta. Ipotetiche civiltà tecnologicamente sofisticate (in possesso delle tecnologie dell'immortalità) che abbiano fatto la scelta involutiva, possono vedere convivere mezzi tecnologici superiori a qualunque nostra immaginazione con l'occupazione di organismi biologici che, per essere mantenuti in vita, debbono ricorrere a bio-protesi. Questi organismi, distaccati dall'ambiente vitale originario ormai abbandonato o mutato, sono costretti ad utilizzare unità bio-tecnologiche (androidi) sia come supporto per le attività legate al loro mantenimento vitale sia come esploratori inviati alla ricerca di un nuovo globo biomagnetico in cui trasferirsi in prossimità dei cambiamenti ciclici del globo in cui sopravvivono.
Queste ipotetiche civiltà si troverebbero in questo caso nella fase finale involutiva, quella dell'estinzione, avendo già superato la fase nella quale, dopo aver rifiutato l'esistenza dello spirito e quindi dell'invisibile, dopo le trasformazioni dell'ambiente vitale originario o del nuovo nel quale si sono rifugiate, l'unica possibilità di ricollegarsi con la vita rimane quella di rinunciare alle protesi tecnologiche, riconoscere l'esistenza dello spirito ed adattarsi biologicamente all'ambiente più vicino ai loro fondamenti vitali, (praticamente le popolazioni tribali che conosciamo), in attesa della riattivazione del processo evolutivo vitale unito alla volontà di non ripetere gli stessi errori.
L'immortalità prevede la durata indefinita della vita con mezzi tecnologici o biotecnologici; in realtà l'immortalità porta ad un vicolo cieco. La morte è sconfitta solo dall'eternità. L'eternità è la vita stessa unita alla materia, è la fusione, in una unica nuova entità, dello spirito e del corpo. Una nuova realtà che diviene vita completa e compiuta fuori dall'uovo cosmico.
Per quanto la vita biotecnologica sia prolungabile nello spazio-tempo e nelle innumerevoli dimensioni vibratorie della materia (dimensioni spesso erroneamente interpretate come l'invisibile); per quanto una qualunque civiltà di un qualunque luogo nel Cosmo abbia costruito super tecnologie capaci di portare i loro organismi in salvo in luoghi non ancora toccati dalle inevitabili mutazioni cicliche, nessuna fuga o esodo sarà più possibile quando lo stesso Cosmo inizierà e porterà a compimento la sua massima impansione, trascinando nella sua contrazione tutti gli universi e le loro dimensioni vibratorie.
Ecco perché se mai la scienza e la tecnica hanno per noi una funzione e uno scopo esso si concretizza nella riattivazione di una autonoma capacità dell'attuale organismo umano di recuperare le sue capacità originarie e non per agire in sua vece.
La vera "macchina biotecnologica" è il corpo umano e dobbiamo utilizzare la nostra Intelligenza per capire perché non funziona più. La tecnologia non va usata per imprigionare l'uomo e renderlo schiavo della materia o di chi ha più potere tecnologico.
Il breve percorso temporale delle cellule, di cui abbiamo prima accennato, indica che le attuali condizioni ambientali vitali sono proibitive oppure che l'instabilità vitale è stata determinata da errori o manipolazioni genetiche.
La tecnologia ha senso se risveglia e recupera le capacità originarie del corpo umano.
L'affermazione "lo spirito è pronto ma la carne è debole" non è una giustificazione per i deboli ma un indicatore di anomalia in atto. "Lo spirito è pronto ma la carne è debole" significa che il corpo dell'uomo non è in grado di seguire le pulsioni dello spirito e questa incapacità potrebbe avere una delle seguenti cause elencate di seguito:

  • lo spirito si trova costretto ad occupare un corpo non suo
  • il programma originario, che prevedeva un raccordo armonico vitale fra spirito e corpo, si è perso per strada, non funziona più:
    • a causa di mutate condizioni ambientali
    • a causa di errori delle generazioni remote
    • a causa di un intervento genetico modificatorio impeditivo; (in questo caso è ipotizzabile che questa Terra sia stata trasformata nell'equivalente di un pollaio di proprietà di un padrone che si prende le uova, si mangia i polli e sui polli fa esperimenti genetici).

Per dare risposte convincenti alla innumerevoli domande che oggi come ieri ci poniamo, dobbiamo finalmente conoscere la vera storia della nostra Terra e dei motivi per cui tante precedenti civiltà si sono sviluppate e distrutte negli innumerevoli milioni di anni trascorsi. Questa ricerca su larga scala di documentazioni, le più antiche possibili, potrebbe condurci alla riscoperta che la Terra è soggetta a cicliche trasformazioni del suo aspetto, conosciute come cataclismi, che hanno ogni volta travolto le civiltà che ci hanno preceduto e che se anche hanno cercato di trasmettere le loro informazioni nel tempo futuro, o sono andate perdute o non siamo in grado di decifrarle pur avendole di fronte ai nostri occhi.
Vi era un tempo nel quale gli uomini morendo non perdevano la loro memoria. Gli anziani di antiche razze, come gli antichi Sabini, quando stavano per morire comunicavano ai loro familiari dove erano già nati.
I1 gioco dell'eternità della vita, nel dipanarsi degli innumerevoli modi in cui la materia ne fa esperienza, può essere giocato solo se l'uomo recupera la sua originarietà e cioè se recupera la sua capacità di trasformarsi, in microsecondi, in rapporto al mutevole ambiente che lo circonda, senza perdere la memoria delle mutazioni.
La memoria del ritorno costante alla vita dell'uomo originario di questa Terra, perenne mutante e mutevole portatore di vita, è stata perduta.
La quasi totalità degli organismi umani della Terra si trova in piena involuzione. Il dramma è che rischiano di essere travolti anche i pochi rappresentanti senza colpa degli originari abitanti della Terra che, in grandissimo numero, ancora aspettano il momento di rinascere.
Per evitare la distruzione e l'ennesima perdita della memoria abbiamo una sola possibilità: richiamare nel nostro tempo l'età dell'oro. L'età dell'oro è il tempo nel quale gli uomini originari si ricollegano all'armonia del creato che è insieme simmetria e specularità con l'invisibile. È il tempo in cui l'uomo non decide che una parte della natura è cattiva e una parte buona. È il tempo in cui l'uomo sa vedere nel buio la luce e nella luce il buio. È il tempo nel quale l'armonia pervade tutta la vita non solo dell'uomo ma di tutto il creato.
È il tempo nel quale anche chi è in piena involuzione può attivare la propria volontà ed invertire il suo cammino riconoscendo i propri errori.
È il tempo nel quale l'uomo armonico, che è orientato verso l'evoluzione, guarda al futuro e nello stesso tempo guarda anche al passato; guarda in alto e nello stesso tempo guarda anche in basso; guarda davanti a sé, ad oriente, e nello stesso tempo guarda anche dietro di sé, ad occidente; guarda alla sua destra, a sud, e nello stesso tempo guarda anche alla sua sinistra, a nord.
Ha una visione globale perché si è trasformato in vita, e come la vita tutto accoglie dentro di sé e acquista una vista spazio temporale multivibratoria sferica in tutte le direzioni, in ogni verso, nel visibile e nell'invisibile, mentre la natura interna dei suoi principi vitali (quindi il suo fondamento genetico)è modificata da questo perfetto orientamento armonico.
Gli stessi sistemi stellari e le stesse galassie e lo stesso universo e lo stesso Cosmo, insieme a tutti gli altri esseri viventi, fanno parte dell'armonia del creato. Nessun essere armonico sente la spinta all'aggressione o il bisogno di divorare altri esseri viventi. L'armonia è l'opposto del divoramento in qualunque modo espresso.
Il processo involutivo può essere invertito. Nulla è mai definitivamente perduto per chi si riconosce, anche nell'ultimo infinitesimo di secondo, portatore di vita. La vita non conosce la sconfitta. La vita è perfettamente e compiutamente vita anche senza il tempo e lo spazio. La morte è solo un'uscita dalla vita biologica con conseguente perdita della memoria; ma non impedisce il ritorno alla vita biologica. La morte può essere sconfitta ma occorre evitare di girare in un cerchio chiuso, evitare di rappresentare, vita dopo vita, sempre attori diversi delle stesse scene teatrali.
Basta coi teatrini, basta con la morte, basta con la sofferenza, essi non sono mezzi di evoluzione come purtroppo da più parti affermato. Il teatrino, la morte, la sofferenza sono significanti di involuzione in atto, sono segnali che il percorso è sbagliato e che bisogna tornare indietro.
Cambiare il punto di osservazione per comprendere che la soluzione è una doppia spirale temporale verso uno stesso tempo infinito, dentro un cuore che pulsa senza fine per riprendere a giocare con il creatore che un tempo passeggiava, vero e concreto, con gli uomini del giardino dell'Eden.
Vero, funzionale, semplice sono le tre matrici di tutto ciò che esiste nella creazione. Solo ciò che è semplice e funzionale, addirittura polifunzionale, è anche vero; e solo ciò che è vero è anche semplice e funzionale. Funzionale come l'essenza di tutto ciò che può potenzialmente ed armonicamente esistere; semplice come l'esistenza di tutte le forme portatrici di vita, vero come la vita.
La complicatezza e la non funzionalità sono segnali di errore. Le eccezioni di cui sono piene le nostre regole dimostrano che le regole che abbiamo creduto di "leggere" nella natura o che ci siamo inventati sono sbagliate.
Invece di ricominciare a cercare accettando l'evidenza di essere incorsi in un errore preferiamo fingere di essere nel vero ed affermiamo che l'eccezione conferma la regola. Quando, in qualunque modo, utilizziamo la nostra vita biologica per portare sofferenza ad altri esseri viventi noi stiamo allontanandoci dall'armonia del creato, ci allontaniamo da ciò che è vero, neghiamo lo spirito, ci allontaniamo dalla vita e imbocchiamo la via dell'involuzione.
L'armonia, la MAAT degli antichi egizi, l'ALEPH degli antichi accadiani, si attiva solo quando l'orientamento morale e il comportamento dell'uomo è funzionale alla pulsazione eterna del cuore vitale della Grande Madre che contiene il cosmo intero.

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