Introduzione

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FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E SCIENTIFICHE
Milano

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IL FENG-SHUI (Vento a Acqua)

di Mauro Bertamè

Gli antichi antenati della Geobiologia si possono riconoscere nelle arti orientali del Feng-Shui a del Ka-Sò definite come:

"insieme di pratiche di lettura e d'interpretazione del paesaggio, delle forme d'architettura e degli spazi interni allo scopo d'evitare influssi negativi di varia natura sulle costruzioni e sull'uomo".

Queste tradizioni sono interne alla vocazione ecologica dell'architettura e, nelle culture antiche, oltre alle espressioni connesse al concetto estetico di proporzione e di "bello", o a quelle più strettamente economiche di pianificazione dei beni comuni a di sfruttamento dei materiali locali a del clima, si sono integrate alla lettura dell'arte della Geomanzia che considera:

"il rispetto di equilibri sottili in relazione allo scopo propiziatorio delle energie intime del luogo verso gli insediamenti umani.

La pratica del Feng-Shui é di origine cinese e Tibetana ed ha nel Ka-Sò il corrispondente giapponese. Anticamente era chiamata Ti-Li: l'arte "dell'uccello nero"; simbolo dello spirito solare, dio della geografia e dell'astronomia, i cui insegnamenti erano alla base delle pratiche agricole a di pianificazione del territorio. Questa tradizione, antica di oltre cinquemila anni, è tuttora molto radicata sia nella Cina Popolare sia a Hong Kong, tanto che, al momento dell'acquisto di un terreno o di uno stabile, il primo esperto ad essere consultato è un "maestro di Feng-Shui"; il suo parere condiziona il mercato immobiliare e, perfino quando un'attività economica subisce dei rovesci, è cosa normale chiedergli un responso sulle eventuali energie ostili messe in moto dal tipo di architettura o di decorazione interna. Per comprendere il Feng-Shui occorre riferirsi all'idea del qi (Ch'I), che costituisce il suo campo d'azione specifico. Il qi, sostanza sottile, identifica, nella cosmogonia cinese, l'unico fondamento dell'esistenza da cui s'origina la materia effimera con tutte le sue leggi; è il vuoto inteso come il "nulla" dell'informazione presente in ogni essere, in ogni cosa ed in ogni azione. Questo nulla dell'informazione ha analogie con il nulla originario, interpretato come energia primaria dalla fisica contemporanea, da cui è scaturita ogni materia. Il vuoto della teoria quantistica dei campi ha rivoluzionato il concetto tradizionale ridefinendolo non più come nulla assoluto ma come stato di energia minima "popolato" di particelle d'informazioni virtuali (il flusso dei qi). II qi, la cui "essenza" è energia, esiste in ogni cosa come 'proprietà" di comunicazione intermedia tra materia e spirito: questa funzione di connessione ed equilibrio causa potenti influenze energetiche le quali, se perturbate, si traducono in agenti ostili; su tali influenze si può agire sia in termini distruttivi sia con pratiche di riequilibrio. A questo concetto è strettamente connessa l'idea, tipicamente cinese, della funzione umana: l'uomo ha il compito di inserirsi come forza regolatrice tra la natura (terra) a il divino (cielo). Come l'agopuntura si basa sui meridiani dove fluisce il qi, così, per analogia, anche sul corpo della terra scorrono correnti a punti di energia attivi in ogni ambiente, che prende forma sul territorio. Queste correnti, chiamate 'draghi', corrispondono a particolari caratteristiche morfologiche naturali a possono essere della più svariata natura e influiscono sul rapporto tra l'ambiente a le costruzioni o l'agricoltura: ci sono pertanto draghi "favorevoli", "aggressivi", "dormienti", "malati" e così via. Le catene montuose tra la Cina ed il Tibet, per esempio, sono sempre state considerate "draghi" che, portando pericolo dal Tibet, dovevano essere direttamente controllate dalla Cina stessa; da qui la tradizione popolare dell'origine della antica inimicizia tra i due paesi. In tale senso anche la Grande Muraglia è una tipica opera di Feng-Shui, intesa a respingere invasioni ed a contrastare il pericoloso qi proveniente dalla direzione Nord. La profonda influenza di queste convinzioni nella cultura cinese è testimoniata anche dalla tradizione locale di vendere agli occidentali (forma di ostilità attiva) i terreni "contaminati' da Feng-Shuí non positivo, a quindi non propizi agli insediamenti umani. L'ambiente deve perciò essere attentamente interpretato dall'architettura affinché i nuovi insediamenti non causino squilibri che si ritorcerebbero contro gli abitanti; L'architettura, a sua volta, esprime un proprio qi autonomo, sfavorevole o propizio al luogo e agli abitanti. Quest'equilibrio richiede attenzione anche ai volumi geometrici e alla loro interazione con gli Elementi della natura: le forme circolari protettive corrispondono al Metallo, quelle triangolari e piramidali al Fuoco, le forme quadrate e rettangolari orizzontali alla Terra, quelle rettangolari verticali al Legno e le figure aggregate (nel senso non omogenee) all'Acqua. La monotonia della geometria è considerata nociva perché esprime uno squilibrio tra gli Elementi che potremmo definire non "ecologico", tanto per usare un termine moderno. Benché il Feng-Shui sia molto lontano dalla nostra tradizione, offre scenari "d'antagonismo e d'integrazione dell'architettura nella natura" che possono insegnare molto, e aiutarlo a capire modelli d'interpretazione dello spazio professati da scuole contemporanee. E' interessante notare come i nostri monumenti "occidentali" e gli edifici eretti nel corso dei secoli, secondo le regole delle proporzioni, rispettano di solito le indicazioni del buon qi (specialmente negli edifici sacri), col risultato indiretto di una sostanziale armonia nella progettazione; cosa che nell'architettura più recente compare troppo sporadicamente.

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